Tipo telaio A 112 A1, tipo motore A 112 A1.000, tipo monoblocco 100GL.
Esemplari prodotti: 4.641.
Stima esemplari esistenti: 185 (4,0%), dei quali una cinquantina con coppa in alluminio e rapporto finale corto.
Al Salone di Torino, il 3 novembre 1971, debutta ufficialmente la prima A112 Abarth di serie.
Rispetto alla versione base della A112, dalla quale deriva, la cilindrata passa da 903 a 982 cc grazie all’aumento della corsa da 68 a 74 mm ed il rapporto di compressione viene innalzato a 10:1. L’aumento di cilindrata, insieme ad altri interventi sul propulsore – come l’albero motore in acciaio nitrurato, un albero a camme dal diagramma più spinto, l’adozione di pistoni stampati con segmenti cromati ed un carburatore a doppio corpo verticale (Weber 32 DMTR 3) – porta ad un incremento della potenza di 14 cavalli, dai 44 HP originali a 58 HP, a 6600 giri/min.
Queste modifiche permettono alla A112 Abarth una velocità massima superiore a 150 Km/h rispetto ai 135 km/h della versione 903 cc. Debutta anche il servofreno a depressione, che agisce solo sulle ruote anteriori. Il coperchio punterie è nero, in ferro.
Si distingue dalle versioni già in listino per la verniciatura rosso corsa, a cui vengono abbinate parti di carrozzeria in nero opaco antiriflesso: cofano motore, fasce laterali, codolini passaruota, fascione anteriore e piano posteriore al di sotto del portellone. Tale colorazione non fu però l’unica di questa prima serie: dalla metà del 1972 alcuni rari esemplari vennero prodotti anche in versione monocromatica nei colori Visone (grigio, piuttosto raro) e Salmone (arancio, in numero maggiore).
I paraurti sono metallici, cromati e dotati di un sottile profilo paracolpi in gomma, come pure in metallo cromato sono le cornici dei fari e delle altre luci, le maniglie delle portiere, il profilo sottoporta e la scritta identificativa sul portellone. Da gennaio 1972 le cornici dei fari diventano in plastica, senza guarnizione, ed anche le altre parti cromate, ad esclusione di paraurti e maniglie, passano allo stesso materiale meno pesante e costoso. Di lato, lo stemma esagonale appena dietro la battuta delle porte mostra il doppio logo “Autobianchi-Abarth”; in coda si trova il marchio con lo scorpione, riportante la scritta “Abarth & C.”, posto appena al di sotto del portellone, sul lato destro. I cerchi ruota sono gli stessi della versione Elegant, e la calandra anteriore metallica è nera e cromata, con la scritta Autobianchi Abarth in serigrafia nera. Il tubo di scarico esce sul lato destro della coda con un doppio terminale cromato da 60 mm di diametro. La marmitta, e non poteva essere altrimenti, è di produzione Abarth nel più classico stile della casa.
Sulla plancia metallica, verniciata nel colore della carrozzeria (o in nero per le versioni rosso corsa), sono collocati tre strumenti supplementari (voltmetro, termometro olio e manometro olio); Il volante specifico per l’Abarth è a tre razze in metallo, con corona rivestita in pelle.
I rivestimenti interni sono in finta pelle nera termosaldati, i sedili anteriori (specifici per questa versione) hanno il poggiatesta incorporato e l’inclinazione dello schienale non è regolabile. Il rivestimento del padiglione è anch’esso nero, morbido e traforato.
Durante il periodo di produzione vennero introdotte numerose varianti. Inizialmente il filtro olio era centrifugo, senza cartuccia esterna; sembra che questa caratteristica sia comune ai primi 100 monoblocchi soltanto. Per certo, invece, i primi 1440 esemplari erano equipaggiati con una coppa dell’olio in lega di alluminio, maggiorata ed alettata. Ben presto (tra l’aprile ed il maggio 1972) questa viene eliminata in favore di un più efficiente radiatore dell’olio. Sempre tra aprile e maggio 1972 la coppia di riduzione finale 13/58 prende il posto della più corta 13/61. Verso fine 1972 la dinamo viene sostituita da un alternatore con regolatore separato.
Secondo il depliant ufficiale, l’unico optional disponibile era l’antifurto. Ottenibile su richiesta anche lo specchio esterno.
Tipo telaio A 112 A1, tipo motore A 112 A1.000, tipo monoblocco 100GL.
Esemplari prodotti: 13.759.
Stima esemplari esistenti: 550 (4,0%)
A meno di un anno e mezzo dal debutto della versione Abarth, in occasione del Salone dell’Auto di Ginevra, nel marzo 1973, viene già presentata la seconda serie.
Lasciando invariata la meccanica, si interviene su numerosi particolari estetici esterni, riducendo le cromature in favore del nero.
Più precisamente, diventano in plastica nera le cornici dei gruppi ottici anteriori, ora equipaggiati con lampade alogene, come pure in plastica nera è la nuova scritta identificativa sul portellone, mentre gli stemmi laterali a doppio trapezio sono sostituiti da un solo marchio circolare Abarth, abbandonando così il logo Autobianchi. Nere sono pure le cornici dei lampeggiatori anteriori e laterali. Curiosamente, restano cromate le cornici delle luci posteriori e la maniglia del portellone.
Pure la calandra anteriore, del tutto simile nel disegno alla precedente, è interamente in plastica nera con rare parti in grigio satinato. La scritta centrale nera “Autobianchi Abarth” è ora composta con caratteri in rilievo.
Anche i paraurti, ora di dimensioni più generose, sono in plastica nera con una striscia cromata al centro. La luce di retromarcia viene incastonata al centro del paraurti posteriore, nella parte bassa.
Nere diventano anche la modanatura laterale sottoporta e la parte mobile delle maniglie esterne.
Al contrario, sulla carrozzeria il nero opaco viene mantenuto solo per il cofano anteriore della versione rosso corsa (gli altri particolari di carrozzeria che nella prima serie erano neri, ora sono in tinta eliminando una laboriosa lavorazione). Viene aggiunto un nuovo colore per la carrozzeria: il blu president, solo in tinta unica.
Con la seconda serie mutano anche gli interni, non più soltanto neri, ma ora disponibili anche con la fascia centrale dei sedili in tessuto, intonato con il colore esterno, cui viene abbinato il pavimento in moquette. Si realizza quindi uno sdoppiamento negli allestimenti che ritroveremo anche nella serie successiva: gli esemplari rossi con cofano nero mantengono il pavimento in gomma e la selleria interamente in skai nero, al contrario le altre tre tinte ora sfoggiano eleganti interni in skai colorato e fascia centrale dei sedili in tessuto scozzese o in velluto ed il pavimento ricoperto in moquette, in tinta coordinata anch’essa.
In entrambi i casi i sedili anteriori hanno ora generosi poggiatesta separati e regolabili, come pure regolabile diventa l’inclinazione dello schienale. Anche i pannelli interni delle porte hanno disegno differente e più ricercato rispetto alla serie precedente.
Con scelta ad effetto ma poco funzionale i tre strumenti supplementari vengono spostati in posizione verticale, inseriti in una apposita consolle sotto i comandi dell’aerazione. La plancia è ora interamente ricoperta in morbida plastica imbottita, con la palpebra della strumentazione di forma più squadrata rispetto alla precedente, più sottile e di sagoma ellittica.
Tra gli optional sono ora disponibili i cerchi in lega di magnesio Cromodora CD 57 oltre al lunotto termico e l’antifurto.
Tipo telaio A 112 A1, tipo motore A 112 A1.000 (58 HP) e A112 A2.000 (70 HP), tipo monoblocco 100GL.
Stima approssimativa degli esemplari prodotti: 29.000, dei quali probabilmente un migliaio 58 HP.
Stima degli esemplari esistenti: 1.300 (4,5%), dei quali una cinquantina 58 HP.
All’inizio del 1975 debutta il secondo aggiornamento che vede l’affiancamento, alla nota motorizzazione 982 cc, di una nuova unità di 1050 cc, ottenuta aumentando l’alesaggio da 65 a 67,2 mm, ottenendo un incremento di potenza di 12 cavalli grazie anche ad un nuovo e più performante asse a camme.
Pur con pari potenza e cilindrata, questo nuovo motore da 70 HP non ha nulla a che vedere con l’omologo montato sulla coeva Fiat 127 Sport, che utilizza un asse a camme in testa in luogo del comando ad aste e bilancieri tipico di tutte le A112. Altro fondamentale elemento distintivo tra le due unità sono i supporti di banco: tre per la A112 e cinque per la 127.
Le due varianti di questa terza serie sono riconoscibili esternamente solo dall’etichetta di identificazione posteriore (rispettivamente 58 HP e 70 HP), dal numero di razze del volante (il vecchio tre razze per il 58 HP e un nuovo due razze per il 70 HP, entrambi rivestiti in pelle). Altro elemento distintivo è il diametro del terminale di scarico (il 58 HP mantiene i due tubi da 50 mm, mentre il 70 HP ne riduce il diametro a 40 mm) ma in realtà l’intero impianto di scarico del 70 HP è completamente diverso, dal collettore al terminale, e non subirà più variazioni significative anche nelle serie successive.
Per la 70 HP, la maggior potenza disponibile si traduce in una velocità massima di 160 Km/h. Esteticamente, il motore è caratterizzato dalla grande scritta “Abarth” sul nuovo coperchio punterie in alluminio il cui tappo, nei primi 2700 esemplari, è sul lato destro, accanto allo spinterogeno, ed in seguito sul più comodo lato opposto. Questo nuovo coperchio incorpora anche il collettore di aspirazione. Il logo Abarth con lo scorpione compare anche in rilievo sul coperchio del filtro aria, coperchio che inizialmente è grigio chiaro per poi ritornare nero come nella serie precedente. La batteria è ora alloggiata trasversalmente rispetto al senso di marcia, mentre nelle serie precedenti era disposta longitudinalmente ed ancorata con un diverso e più articolato sistema di fissaggio. Per la verità questa modifica venne introdotta prima della fine della seconda serie.
Esternamente, le novità rispetto alla serie precedente sono relative ai nuovi gruppi ottici posteriori, più grandi e con la cornice nera, che incorporano le luci di retromarcia, mentre sui montanti posteriori viene ampliata la griglia di uscita dell’aria, ora a tutta altezza.
All’interno la modifica più importante riguarda consentire l’omologazione a 5 posti. I tre strumenti supplementari ritornano in posizione orizzontale al centro della plancia.
La gamma colori si ampia notevolmente: viene riproposto ed accentuato lo sdoppiamento delle versioni già introdotto con la serie precedente, vale a dire:
– la versione “sportiva” con tre colori pastello, cofano nero, selleria interamente in skai nero e pavimento in gomma;
– la versione “elegante” monocromatica in quattro tinte (delle quali tre metallizzate), pavimento in moquette, e diversi abbinamenti cromatici tra i vari tessuti (finta pelle con fasce centrali in velluto di due tipi differenti) e tra i tessuti e la carrozzeria.
Come optional sono disponibili i cerchi in lega di magnesio Cromodora CD 57 e la vernice metallizzata, oltre all’antifurto, i vetri azzurrati atermici, il lunotto termico e lo specchietto retrovisore esterno, che durante il 1976 diviene di serie per i nuovi obblighi di legge. Per la stessa ragione nello stesso periodo i lampeggiatori anteriori passano al nuovo colore arancione.
Ad inizio autunno 1975 termina definitivamente la produzione della versione con motore 982cc da 58 HP. Rimane in campo la sola versione 1050 cc da 70 HP che dalla primavera del 1977 sarà protagonista nei rally, per otto edizioni consecutive fino al 1984, del “Campionato Autobianchi A112 Abarth 70 HP” che otterrà un clamoroso successo di partecipazioni, rimanendo il più brillante esempio di trofeo monomarca mai disputato in Italia, capace di mettere in luce grandi futuri campioni del rallismo nazionale e mondiale.
Tipo telaio A 112 B2, tipo motore A 112 A2.000, tipo monoblocco inizialmente 100GL (indicativamente fino al numero motore 65.000), in seguito A112AB.
Stima approssimativa degli esemplari prodotti: 26.000
Stima degli esemplari esistenti: 1.000 (4,0%)
E’ il dicembre del 1977 quando viene lanciata l’innovativa quarta serie, capostipite delle cosiddette “telaio B”, note anche come “tetto quadro” in contrapposizione alle precedenti dette “tetto tondo”.
E’ la serie più controversa: rappresenta un deciso passo in avanti rispetto al precedente “telaio A”, ma manca ancora della maturità raggiunta con le tre serie successive. Ciononostante è l’ultima serie ancora parzialmente immune dal progressivo e massiccio utilizzo della plastica nei restyling, che seguirà di lì a poco con risultati a volte poco apprezzati.
Da molti è stata considerata un ibrido, un rinnovamento sostanziale ma incompiuto. Al contrario in tempi più recenti gli appassionati hanno compreso il fascino di una modernizzazione ancora priva di eccessi e leziosità. Da notare il periodo piuttosto breve di produzione, solo diciotto mesi, e la sua partecipazione nel maggior numero di stagioni del Trofeo, ben sette su otto (dal 1978 al 1984).
Le novità estetiche sono molte e significative: tra queste il padiglione rialzato di 20 mm e con bordo squadrato, il nuovo disegno del frontale e dei gruppi ottici posteriori che si allungano ad incorporare le luci targa, le fasce paracolpi laterali ed i nuovi paraurti senza inserti cromati (quello anteriore include un piccolo spoiler). La nuova e vistosa bombatura come presa d’aria dinamica sul cofano motore, dotato di una targhetta “Abarth” sul lato sinistro, rimarrà segno distintivo di tutte le versioni Abarth da questa serie sino a fine produzione. La particolare forma della calandra anteriore (con la cornice ed il listello centrale in color argento satinato) e dei gruppi ottici posteriori, tutti con le estremità rivolte all’insù come degli occhi a mandorla, le faranno in seguito guadagnare tra gli appassionati il curioso e simpatico nomignolo di “cinesina”.
Le maniglie ora sono in nero opaco con la parte mobile cromata, mentre i lampeggiatori laterali diventano rettangolari. Interamente neri e di diversa foggia sono anche i nuovi e più ampi sfoghi aria sui montanti posteriori. Il cielo dell’abitacolo perde il morbido rivestimento nero traforato in favore di un rigido preformato rivestito in beige, con plafoniera al centro. Scompaiono le cornici cromate di parabrezza, lunotto e deflettori; viceversa è cromato il profilo del gocciolatoio, in precedenza assente. Il portellone, la cui maniglia è nera e non più cromata, è ora sostenuto all’apertura da due pistoncini a gas. I ganci dei vetri a compasso posteriori hanno un più affidabile perno passante e non più incollato. Il tappo serbatoio benzina guadagna la chiusura con chiave.
La meccanica vede numerose piccole migliorie, dal cambio con la prima più corta ed un nuovo leveraggio, all’impianto elettrico ove l’alternatore diventa ora da 45 A con regolatore incorporato. Modificati i supporti motore: scompare la lunga bielletta fissata alla testata, sostituita da un più corto tirante fissato più in basso. Anche il comando dell’acceleratore, ora a cavo; di conseguenza si rinnova anche il coperchio punterie, ora con una scritta Abarth più piccola e collocata di lato; per il carburatore, si passa all’aggiornato Weber 32 DMTR 38/250. Scompare il servofreno sulle ruote anteriori, presente sulle serie precedenti, che viene sostituito con una pompa freni ad azione differenziata, detta anche “miniservo”, prodotta dalla Bendix, oggi molto rara sul mercato dei ricambi.
Gli interni trovano una plancia completamente rinnovata, di colore marrone, comprendente il vano per l’autoradio ( in posizione quasi verticale ) ed un portaoggetti, entrambi dotati di sportello. Il cruscotto ha ora gli strumenti squadrati, e della stessa forma sono i tre consueti strumentini supplementari, spostati in posizione più bassa e di poco agevole lettura, sotto i comandi dell’aerazione. Il lavavetri anteriore è ora a comando elettrico ed i fusibili dell’intero impianto, in precedenza alloggiati nella parte destra della plancia, vengono trasferiti sul lato sinistro del vano motore, nei pressi della batteria. Il vano bagagli è ora foderato in moquette marrone e non più in plastica nera o colorata.
Il volante perde il pregiato rivestimento in pelle, sostituito da una più economica corona in resina poliuretanica con finte cuciture, ma comunque di buon effetto estetico e qualitativo, tale da renderlo difficilmente distinguibile dal precedente. Al contrario delle due serie precedenti i pannelli interni vengono unificati in beige per tutti i colori di carrozzeria. La selleria è in finta pelle solamente di colore beige, con inserti centrali in velluto beige, marrone o blu in accordo con il colore carrozzeria; come optional si poteva avere la selleria interamente in skai beige, poco richiesta ed oggi rara. Oltre all’intera plancia, anche la moquette interna e le altre parti in plastica sono marroni (ad esempio la cappelliera, la leva cambio di singolare forma cilindrica ed il portaoggetti sul pavimento). Tutte componenti peculiari di questa serie soltanto, e di conseguenza piuttosto rare.
Come optional sono disponibili i cerchi in magnesio Cromodora CD 57: in realtà al lancio erano previsti i nuovi cerchi in alluminio Cromodora CD63 /Speedline SL 017, ma di fatto gran parte degli esemplari furono dotati della vecchia versione, ancora disponibile e di migliore qualità. Altri optional disponibili: i vetri atermici con lunotto termico e il tergilunotto, privo però del necessario spruzzatore, le cinture di sicurezza anteriori (anche con arrotolatore), la vernice metallizzata e il cofano nero opaco (non su vernice metallizzata).
Durante il 1979 appaiono i primi telai con il longherone anteriore sinistro predisposto per il più ingombrante cambio a 5 marce, che sarebbe stato introdotto di lì a poco, con la serie successiva. . Il primo 25% circa degli esemplari (6/7000 esemplari) monta il trittico di strumenti supplementari con il voltmetro al centro e non a sinistra, caso unico tra tutte le serie. Anche il bracciolo del pannello porta, verso fine serie diviene sensibilmente più corto.
Poco prima del lancio della quinta serie viene prodotta una serie speciale limitata che non ebbe mai una denominazione ufficiale né un proprio depliant, oggi riconosciuta convenzionalmente dagli appassionati come “Gold Ring”, di colore nero con una doppia striscia adesiva dorata all’altezza della linea di cintura.
Altra caratteristica di questa versione sono i cerchi standard color oro con le quattro mezzelune nere oppure i Cromodora CD 57 (optional) interamente in color oro. Dello stesso colore, in luogo dell’argento, sono le scritte identificative ed i profili della calandra. La presa d’aria sul cofano anticipa la versione della serie successiva, con sottili listelli longitudinali.
All’interno si segnalano i sedili rivestiti con maggior impiego di velluto in colore beige, qui presente anche sulle fasce laterali, rispetto alla versione normale.
Questa serie speciale è prodotta anche nella versione Elegant, ma non è dato conoscere il numero degli esemplari così allestiti. Probabilmente alcune centinaia.
Da taluni ingiustificatamente sopravvalutata, la “Gold Ring” fu solo un espediente commerciale per sostenere le vendite prima dell’arrivo dell’attesa quinta serie a cinque marce.
Tipo telaio A 112 B2/5, tipo motore A 112 A2.000, tipo monoblocco A112AB.
Stima approssimativa degli esemplari prodotti: 33.000.
Stima degli esemplari esistenti: 1.500 (4,5%).
Proseguendo il rinnovamento avviato con la quarta serie ecco che, nel luglio del 1979, viene finalmente presentata l’attesa quinta serie con una novità di prim’ordine su una automobile di quel periodo: la quinta marcia.
Questo nuovo rapporto, finalizzato al contenimento dei consumi e del comfort di marcia, unito all’introduzione dell’accensione elettronica forma una coppia di modifiche molto apprezzate dalla clientela dell’epoca.
L’estetica vede ritocchi al frontale, dove una nuova griglia a barrette verticali viene posizionata tra la rinnovata calandra ed il paraurti, ed alla coda, dove appare un fascione nero in plastica a tutta larghezza con grandi gruppi ottici di forma rettangolare che includono anche la luce retronebbia. Il paraurti anteriore viene modificato in previsione delle nuove targhe di maggiori dimensioni, che però verranno introdotte solo alcuni anni più tardi, a produzione conclusa.
La presa d’aria sul cofano ha ora una serie di listelli longitudinali. Sul labbro del cofano viene inserita una profilatura in plastica nera che raccorda le cornici dei fari, assente in precedenza.
La parte in rilevo del marchio Autobianchi sulla calandra è in tinta con la carrozzeria, ad eccezione degli esemplari neri, che hanno lo stemma circolare satinato in grigio.
Sui passaruota vengono apposti dei codolini aggiuntivi neri che si raccordano coi paracolpi laterali di aumentate dimensioni e questi ultimi si uniscono ai paraurti per mezzo di soffietti in gomma.
Scompare il logo Abarth sulle fiancate posteriori, sostituito da una semplice scritta grigia posizionata ove nella serie precedente si trovavano i lampeggiatori laterali, ora arretrati davanti alle portiere.
Anche le scritte identificative posteriori si spostano dal portellone al fascione nero sottostante, mentre quella sul cofano anteriore da “Abarth” satinata grigia diventa “70 HP” in grigio su fondo nero.
Gli interni vengono unificati in colore nero, sia la plancia che i pannelli, l’intera selleria e la moquette, mentre il rivestimento del cielo sottotetto ora è grigio. Anche il profilo del gocciolatoio da cromato diventa nero.
Durante i primi mesi di produzione intervengono, in tempi diversi durante il secondo semestre del 1979, quattro modifiche che rimarranno poi in vigore sino a fine serie. Lo sportello del tappo serbatoio diventa piano, senza il rilievo per agevolare l’apertura, sostituito da un piccolo incavo nella fiancata. I vetri a compasso perdono la cornice metallica, la leva del cambio diventa più sottile ed i cerchi in ferro perdono le quattro mezze lune nere, in favore del logo centrale rosso con lo scorpione.
Alla fine del 1979, con l’introduzione della nuova formula alfanumerica per i numeri di telaio accompagnata da una diversa targhetta identificativa nel vano motore, tutte queste modifiche sono ormai a regime, senza più variazioni per i 28 mesi successivi. E’ il più lungo periodo di uniformità produttiva del modello.
Specchietto esterno di maggiori dimensioni e regolabile dall’interno, lunotto termico, vetri atermici, tergilunotto con spruzzatore e sedile posteriore sdoppiato sono la ricca dotazione di serie che completa sin dall’inizio questa serie. Optional restano invece la vernice metallizzata, i sedili interamente in skai nero e le cinture di sicurezza anteriori con arrotolatore (di serie erano statiche).
Restano a richiesta anche i cerchi in lega di allumino Speedline SL 017 / Cromodora CD 63 di nuovo disegno.
Negli ultimi sei mesi di produzione, più precisamente dall’aprile del 1982, viene offerta una versione ristilizzata, ufficialmente denominata “Maquillage ‘82”. All’interno, il velluto nero a costine viene sostituito da un vellutino liscio grigio a quadretti di provenienza Lancia Delta, mentre all’esterno tre nuove tinte arricchiscono la gamma colori. Le scritte identificative anteriori e laterali sono ora rosse anziché grigie come pure è rosso il marchio al centro della calandra per qualsiasi colore di carrozzeria. Il rivestimento interno del bagagliaio, invece che in moquette, è ora in plastica, particolare che ritroveremo anche sulle serie successive.
Esiste una serie speciale limitata a 1500 esemplari (quantità che probabilmente include anche la versione Elite), quasi certamente destinata ai mercati nordici (Svezia in particolare), dotata di tergifari con spazzola laterale installati su specifici gruppi ottici H4 piatti. Prodotta nel 1982 in concomitanza con il Maquillage, e solo in un esclusivo colore marrone bruciato metallizzato, aveva numerose dotazioni extra quali alzavetri elettrici, cristalli bronzati, selleria interamente in panno di provenienza Lancia, cappelliera ricoperta in moquette, luci quadro arancione, orologio digitale, volante nero e cerchi in lega.
I tergifari però non sono una novità legata a questa specifica serie speciale. Già in precedenza erano previsti come optional per alcuni paesi esteri, anche in una singolare versione con spazzola rotante imperniata al centro del vetro piatto.
Tipo telaio A 112 B2/5, tipo motore A 112 A2.000, tipo monoblocco A112AB.
Stima approssimativa degli esemplari prodotti: 10.000.
Stima degli esemplari esistenti: 500 (5,0%).
Al Salone di Parigi dell’ottobre 1982 incontriamo una nuova edizione, la sesta, della A112 Abarth.
Di tutte le serie succedutesi, è la più sobria e meno connotata sportivamente rispetto alle altre versioni in listino, caratteristica non da tutti apprezzata. Ne guadagna però l’eleganza complessiva.
Nuovi sono i paraurti anteriore (con lampeggiatori arancione incorporati) e posteriore, più alti e massicci, ora collegati ai parafanghini con soffietti in gomma di piccola dimensione. I paracolpi laterali sono più sottili e presentano delle scanalature, scendendo ora fino al limite inferiore della fiancata; nuovo è il disegno dei gruppi ottici posteriori, rialzati, più sobri ed allungati verso la fiancata. La mascherina anteriore si presenta lineare, senza più la griglia inferiore ad elementi verticali ad appesantire l’estetica. Sui montanti posteriori le coperture per gli sfoghi aria abitacolo sono di un nuovo disegno, lisce ed in tinta con la carrozzeria. La scritta identificativa posteriore ritorna sul portellone ma è ora unica, posizionata sulla destra e serigrafata in rosso. Anche le altre targhette hanno le scritte rosse e quelle laterali anche un rilievo nella parte centrale.
All’interno le novità riguardano i tessuti dei rivestimenti: il velluto lascia il posto alla stoffa disegnata e lo skai non è più liscio ma stampato con piccoli quadretti. I sedili anteriori ora scorrono in avanti in fase di ribaltamento per un più agevole accesso al divano posteriore, comandati da una levetta di sgancio non più in basso ma nella parte alta del fianco del sedile: il nuovo sistema di fissaggio comporta anche delle diverse staffe di ancoraggio al pavimento, non più inclinate come le precedenti ma parallele al pavimento. I poggiatesta sono di dimensioni minori, rigidi, più sottili e forati; anche la cappelliera cambia forma, con un labbro che si prolunga verso il portellone. Il preformato del cielo sottotetto muta leggermente sagoma e ritorna al rivestimento in finta pelle nera, simile alle prime tre serie, e la plafoniera centrale si arricchisce di una seconda luce spot di lettura. La moquette del pavimento è più sottile e meno soffice rispetto alle serie precedenti.
Nella strumentazione compare la spia dello starter e l’orologio digitale, posto alla destra del posacenere, ridimensionato in larghezza.
Nessuna modifica di rilievo nella meccanica se si eccettua il nuovo radiatore in plastica, abbinato ad una ventola di raffreddamento dotata di telaio con attacchi modificati rispetto al precedente in ferro, ed una nuova scatola filtro aria.
Di nuovo disegno minimalista anche i cerchi, dotati di una piccola calottina coprimozzo in plastica grigia con al centro lo stemma rosso Abarth, ed anche i cerchi opzionali Cromodora CD 145in lega di alluminio presentano un nuovo elegante disegno ad otto razze, a forma di petali di margherita. Sempre a richiesta sono ora disponibili i vetri elettrici (abbinati al sedile posteriore sdoppiato, anch’esso optional) ed il tetto apribile in vetro fumè (non scorrevole), la vernice metallizzata o nera e le cinture di sicurezza con arrotolatore.
Esiste una serie speciale limitata denominata Smash, bicolore grigio (sotto la linea di cintura) ed azzurro (al di sopra) metallizzati, pare destinata al solo mercato greco e dotata di cerchi in lega di provenienza Lancia Delta.
Tipo telaio A 112 B2/5, tipo motore A 112 A2.000, tipo monoblocco A112AB.
Stima approssimativa degli esemplari prodotti: 5.200.
Stima degli esemplari esistenti: 400 (7,7%).
L’evoluzione della A112 Abarth si conclude con la settima ed ultima serie, presentata nell’aprile del 1984 e rimasta in produzione per circa nove mesi.
Si tratta ormai di ritocchi, anche se numerosi, per rendere ancora appetibile un modello per il quale si avvicina il pensionamento. La Y10 è già pronta per il lancio, che avverrà all’inizio del 1985; avrà un buon successo commerciale, ma non riuscirà a colmare negli appassionati il vuoto lasciato dalla A 112, e della versione Abarth in particolare.
Esternamente risalta la fragile fascia posteriore trasparente rossa con la serigrafia “Abarth” che prende il posto precedentemente occupato dalla targa, spostata ora in basso in un incavo del paraurti. Sul frontale trovano spazio due piccoli proiettori di profondità rettangolari, alloggiati nel paraurti, mentre i lampeggiatori ritornano neutri, come alle origini. Sopra al paracolpi laterale appare una striscia adesiva bicolore, argento/rossa o argento/nera, accompagnata dal ritorno del logo Abarth, posizionato sopra le strisce, appena davanti al passaruota posteriore; la scritta anteriore “70 HP” ritorna grigia, ma con un carattere diverso e più grande rispetto al passato.
I dischi coprimozzo in plastica grigia sono ora a misura dell’intero cerchio.
Anche all’interno si trovano varie innovazioni come la diversa grafica di spie e strumentazione, illuminata da luce rossa anziché verde, mentre i tre strumenti supplementari cambiano nuovamente alloggiamento risalendo in posizione di più agevole lettura, scambiandosi di posto con posacenere ed orologio. Il rivestimento dei sedili, pur simile alla serie precedente, muta nuovamente nei tessuti e nei colori. La fascia centrale è a righe grigio/rosse o grigio/nere, coordinate con la striscia adesiva esterna ed il colore della carrozzeria. L’antenna sul tetto viene fornita di serie, così come i vetri atermici color bronzo.
Restano a richiesta con sovrapprezzo le ruote in lega di alluminio CD 145ad otto razze, i vetri elettrici, il tetto in vetro apribile a compasso, le cinture di sicurezza anteriori di colore rosso con arrotolatore, e la vernice metallizzata o nera.
Al momento dell’uscita dai listini di vendita, nel maggio 1985, il prezzo si aggirava intorno a 10.500.000 Lire. Non risulta che siano stati prodotti esemplari nel 1985. Il modello rimase in listino per alcuni mesi al fine di smaltire le scorte. In quegli ultimi mesi le vendite si concentrarono principalmente all’estero.
2015
“Autobianchi A112 Abarth”
di Fabio Coppa e Giorgio Bozzi
144 pagine
Giorgio Nada Editore
2010
“A112, piccola e vincente”
di Francesco Panarotto e Carlo Alberto Gabellieri
210 pagine
1996
“Autobianchi A112 & A112 Abarth”
di Donatella Biffignandi
96 pagine
Giorgio Nada Editore
La A112 compare, con ruoli differenti, in diverse pellicole cinematografiche o serie TV. Sul sito IMCD.ORG potete gustarvi una carrellata di immagini relativi al modello, aggiornate con buona frequenza. Sono presenti la pagina dedicata alle sole versioni Abarth e quella che ritrae i modelli standard, di tutte le serie.
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Pagamenti
Alla conferma dell’ordine vengono comunicate le modalità di pagamento: bonifico bancario o Paypal in tutto il mondo. Il contrassegno non è previsto. In caso di ritiro diretto sono accettati i contanti entro i limiti di legge vigenti.
Prezzi e fatture
I prezzi di tutti gli articoli possono variare nel tempo, in aumento o in diminuzione, seguendo gli andamenti del mercato. Occorre verificare il prezzo al momento dell'acquisto. I prezzi sono unici sia per privati e per commercianti. Non sono previsti sconti se non in casi assolutamente eccezionali. Non sono emesse fatture perché Passione 112 è una piccola attività amatoriale e non una impresa.
Ordine minimo
L'importo minimo di ogni ordine è di 20 euro + spedizione. Se gli articoli ordinati sono inferiori a tale importo, verrà comunque richiesto un pagamento di 20 euro per gli elevati costi di gestione che implica ogni ordine.
Spedizioni
Avvengono di norma entro il giorno lavorativo successivo alla ricezione del pagamento. Per ordini complessi, con molti articoli, può essere necessario un tempo maggiore. Salvo eccezioni, utilizziamo Poste Italiane.
Consegne
Poste Italiane consegna di norma in 3 o 4 giorni in Italia, salvo località particolari. All’estero i tempi medi sono di 4-5 giorni in Europa, qualche giorno in più negli altri continenti.
Responsabilità trasporto
La merce viaggia a rischio e pericolo del cliente, che paga il trasporto per il tramite di Passione 112. In alternativa ogni prodotto può essere ritirato, o fatto ritirare, dal cliente presso la nostra sede. Tecnicamente la merce è resa EXW (EX Works – regole Incoterms).
Danni da trasporto
In caso di danni presunti o merce mancante il destinatario deve porre riserva sul documento di consegna (anche virtuale) fornito dal trasportatore. In difetto, non sarà possibile proporre alcun reclamo al vettore.
Qualità dei prodotti
Nel Catalogo sono presenti ricambi nuovi e usati, originali e riprodotti in passato o di recente. Oppure prodotti di nostra progettazione e costruzione. Nelle descrizioni è chiaramente indicato a quale di queste categorie appartiene l’articolo proposto. Di norma esiste la garanzia commerciale di legge sui prodotti nuovi. Nessuna garanzia su quelli usati, che vengono ceduti sempre come “visti e piaciuti”.
Resi
In conseguenza di quanto sopra, non esiste possibilità di reso sui prodotti usati, in nessun caso. I resi su prodotti nuovi, salvo diverso accordo, sono a carico del cliente (imballaggio e spedizione). I resi sono possibili solo se il materiale non è stato mai utilizzato o modificato dal cliente. Cioè si trova nelle stesse condizioni in cui è stato ricevuto. Eventuali sostituzioni o rimborsi saranno possibili solo dopo ritorno e verifica dei prodotti e del loro stato. Il termine per inviare reclami è di 10 giorni dalla ricezione del prodotto. Dopo tale tempo nessun reclamo sarà accettato.
Controversie e reclami
Passione 112 desidera mantenere i migliori rapporti con i propri clienti, che spesso sono anche amici. Quindi in caso di reclami o controversie sarà fatto ogni sforzo per risolvere il problema, di comune accordo.
Privacy
I dati personali forniti tramite il modulo d'ordine verranno inoltrati solo ed esclusivamente all'indirizzo email di Passione 112, utilizzati solo per l'evasione dell'ordine e in seguito distrutti in ossequio alla normativa sulla Privacy e al trattamento dei dati personali.